lunedì 29 maggio 2017

La mafia vince ancora (bozza)




Il giorno antecedente al venticinquesimo anniversario dell'assassinio del giudice Falcone, della moglie e degli uomini della scorta, avveniva l'ennesimo attacco mafioso e non mi riferisco all'omicidio del boss Dainotti, che sinceramente non me ne può fregare di meno, in quanto finché si ammazzano fra loro, poco importa, anzi per dirla tutta, fanno un vero e proprio favore alla società.

L'atto mafioso che vi stò a raccontare ha ben altro a che fare con la mafia delinquenziale, quella del pizzo, della droga e del malaffare.

In genere l'atto mafioso è perpetrato da colui che con inganno e prevaricazione, scavalca la legge ed impone la sua di legge e la sua volontà ad inermi cittadini.

Di questi atti intimidatori, siamo più o meno tutti vittime nel quotidiano. Mi riferisco a coloro che sono vittime del parcheggiatore abusivo, che con la sua presenza ed arroganza vi impone il pagamento della tangente pena la macchina danneggiata. Mi riferisco a coloro che si trovano chiusi nella propria auto, perché l'idiota di turno ha parcheggiato in doppia fila ostruendovi il passaggio. Mi riferisco a coloro che investono denaro nella propria attività e poi si trovano un abusivo davanti l'uscio, che vende gli stessi prodotti a nero e senza alcuna licenza a prezzi molto inferiori... Di questi esempi ne possiamo portare a bizzeffe.

Ma oggi, io vi parlo di un altra mafia. Ormai molti di voi sanno che io sono il coordinatore per la regione Sicilia, del movimento Fascismo e Libertà.

Di anno in anno, dall'anno 2000 in poi, ho presentato nei piccoli comuni siciliani, una nostra lista, avente come logo il fascio repubblicano della repubblica di Mazzini, con la scritta per esteso Movimento Fascismo e Libertà.

Malgrado la magistratura penale, ci ha sempre definiti legali, le mafie locali, quelle che sono all'interno delle commissioni e sotto commissioni elettorali, hanno sempre ostacolato la nostra candidatura, sostituendosi al legislatore.

Sin dalla prima presentazione delle liste, ci hanno sempre attaccato cercando il cavillo per bloccarci. La prima lista ci fù bloccata, perchè mancavano dei certificati antimafia, di alcuni candidati del nord... Eppure abbiamo più mafiosi in parlamento che altro... Ed a bloccarci la lista fu proprio il comune di Corleone, la cui terra ha dato i natali ad i peggiori mafiosi Siciliani. Il certificato antimafia, non è altro che un auto certificazione, dove il candidato dichiara davanti ad un pubblico ufficiale, di non essere mafioso e di non avere parenti mafiosi... La storia recente, ci racconta che abbiamo avuto persino presidenti della regione, che stringevano accordi con la mafia, ma chissà come mai le loro liste non venivano boicottate.

Nel corso degli anni l'atteggiamento di questi impiegati comunali è stato sempre più discriminatorio, per loro eravamo il nemico che voleva toglierci la poltrona. Di fatto in tutti i comuni dove ci siamo presentati a candidarsi erano sempre le stesse famiglie. Mentre i cittadini lamentavano sempre la stessa cosa, strade dissestate, servizi inefficienti, attività comunali pari a zero. Per questi politici locali, il lavoro di sindaco è considerato come uno stipendio sicuro per almeno 5 anni, non è considerato come uno strumento per fare qualcosa di positivo per la società. Pertanto chiunque attenti a sabotare questo posto di lavoro va ostruito a discapito della legge. Tanto si sà che ci partecipa a queste piccole tornate ha pochi soldi e pertanto difficilmente si imbatterà in presunte battaglie legali.

Qualche anno più tardi decisi di spostarmi dal mandamento corleonese e mi candidai a sindaco di Scillato, che dipende da Termini Imerese, ma anche lì ci boicottarono per il simbolo. La commissione aveva sentito qualche voce sull'operato della sotto commissione elettorale di Corleone e decise di sentirli in merito.

E mentre al nord le nostre liste passavano quasi sempre senza ostruzionismo, al sud l'atteggiamento mafioso ci bloccava di volta in volta, fino ad arrivare alla tornata elettorale del 2015 dove ci candidiamo a Santa Cristina Gela e Scillato, questa volta presentiamo il secondo simbolo, la lista andava bene, ma c'è la bocciano, perché l'avevamo presentata secondo le leggi nazionali, che non prevedevano i generi. Qui in Sicilia, Crocetta aveva imposto che un terzo dei candidati doveva essere del sesso opposto e pertanto abbiamo dovuto rinunciare alla candidatura.

Quest'anno eravamo sicuri di noi, ero andato negli uffici delle regione Sicilia sezione elettorale, mi ero fatto dare le guide ed abbiamo presentato la lista secondo le imposizioni siciliane, apponendo il secondo simbolo e sostituendo le parole Movimento Fascismo e Libertà, con Partito Socialista Nazionale. Questa volta come da loro volere, la parola Fascismo, non era associato al Fascio, malgrado i tribunali penali, non si esprimevano in merito.

Giungo in questo paesino di mille anime, disperso nel nulla, con strade dissestate e buche simili a voragini ed entro nell'ufficio dove si presentano le liste e chiedo di protocollare la mia lista.

L'impiegata infastidita mi dice, prima di venire doveva avvisare...
Non è scritto da nessuna parte che bisogna avvisare, le liste si presentano fra il trentesimo ed il venticinquesimo giorno prima delle elezioni, quindi ci dovrebbe essere stato qualcuno ad accogliere le liste, ma non era al suo posto.

Di fatto per risparmiare, nominano un solo incaricato alla ricezione per diversi paesi, tanto già sanno chi sarà a candidarsi e quindi li ricevono per appuntamento, nemmeno tengono in conto delle possibili variabili e noi siamo una variabile che mina il loro sistema.

L'incaricato mi invita a tornare il giorno successivo, ma io mi oppongo, la legge parla chiaro. Pertanto delega l'impiegata comunale alla ricezione della lista. La stessa leggendo della lista, mi dice che non può riceverla, perché già il sottocommissione elettorale di Corleone si era già espressa in merito alla nostra lista, ma io insisto, facendole notare che non ha nessun titolo per rifiutare la lista, ma qualora volesse applicare la sua volontà nel non accettare la nostra lista, l'avrebbe dovuto motivare per iscritto. Inizia un giro di telefonate, sino ad arrivare ad allertare la sottocommissione elettorale di Corleone, che le dice che lei deve comunque accettarla, sarà compito loro giudicarla (penso che non vedevano l'ora). In ben che non si dica, in soccorso arriva un altro impiegato comunale, che era fra l'altro il marito e lavorava paradossalmente nello stesso ufficio, in un altro piano. Altri impiegati si susseguono, ed arriva anche il sindaco, che mi chiede "ma lei qui che c'è venuto a fare?" e qualcuno continua a pensare che questo sia un paese libero...
qualcuno per il sorteggio delle liste? rispondo di No, verrò io. Barriamo le caselle riguardanti la delega e protocolliamo la lista. Ma ancora nessuna delega arriva a nome dell'impiegata comunale, che chiama il funzionario che le assicura che è stata inviata e pertanto mi rassicura che la lista è stata ufficialmente protocollata.
Torno a Palermo, stanco avevo dormito solo 2 ore e quei 60 chilometri di cui 10 di sterrato con lo scooterone erano stati davvero pesanti. Nel pomeriggio puntuali come un orologio svizzero mi chiamano dalla sottocommissione elettorale di Corleone, la lista era stata bloccata, perché mancava la delega per il sorteggio delle liste e mi chiedevano di andarci immediatamente per evitare la ricusazione. Informo l'operatrice telefonica che c'era tempo sino alle ore 12 del giorno successivo, ma lei insiste, avevano fretta di preparare il verbale di ricusazione. Io comunque li avverto che ci sarei andato il giorno successivo, altri 120 chilometri non me li sarei fatti, anche perché sapevo che era un inutile ostruzionismo, perché la lista anche senza deleganti è valida e non può essere boicottata.

Il giorno successivo arrivo a Corleone. Mi fanno attendere circa un ora e mezza e poi mi riceve il presidente della sottocommissione, che conferma che senza deleganti la lista è valida. Mi fa notare che è tutto a posto, ma poi esclama, "sono 15 anni che le blocchiamo la lista per il simbolo e lei insiste, il consiglio di stato si è espresso in merito". Gli dico di collegarsi al sito del nostro movimento dove troverà tutte le sentenze, compresa quella del TAR Sicilia, che ci legittimava il simbolo, ma lui irremovibile. "le dò 48 ore di tempo per presentare un nuovo simbolo e cambiare tutti i certificati di presentazione delle liste".

Già sapeva che era un impresa impossibile, visto che alcuni candidati erano della Sardegna e quando gli e lo feci notare, ha risposto un secco "lo so". Gli dico che volevo a questo punto presentare il certificato di presentazione della lista nuovo con l'aggiunzione degli assessori, ma mi risponde che a questo punto non è necessario, visto che la lista sarebbe stata ricusata per il simbolo, pertanto nel caso sarei riuscito a modificare il simbolo con i nuovi certificati, avrei depositato la nomina dei due assessori.

Chiamo il segretario nazionale, che incazzato nero per l'ennesimo attacco mafioso compiuto dalla sotto commissione elettorale di Corleone, mi invita a presentare il ricorso al Tar.
Di fatto solo i tribunali penali si possono esprime sulla liceità del nostro simbolo e sulla presunta violazione della dodicesima disposizione transitoria e sul nostro sito vi erano decine e decine di sentenze dei vari tribunali che ci assolvevano.

In una sola notte, il nostro instancabile segretario, preparò il ricorso al Tar, che va presentato entro 3 giorni dalla ricusazione della lista. Il giorno successivo mi recai al Tar per protocollare il ricorso, ma mi fu detto che potevo protocollarlo solo tramite pec.

Eseguo la procedura ed invio le pec come scritto sul loro sito alla prefettura ed alla sottocommissione elettorale di Corleone, allo stesso indirizzo dal quale mi notificavano l'atto ricusatorio.

Alla fine, prendo tutte le ricevute ed il ricorso  lo invio al Tar, ma il documento mi torna in dietro. Al ricorso va allegato un file, che richiede il numero di protocollo ed una serie di dati a noi sconosciuti.

Restavano poche ore alla scadenza del termine, il sabato mattina finito di lavorare alle 5 del mattino, spulcio il sito del Tar e trovo un altro indirizzo, invio il tutto lì. Dopo qualche ora ricevo una pec che attesta che il ricorso è stato accettato e mi invitano a portare il documento ricusatorio entro le ore 12 del lunedì 22 maggio.

Alle ore 8,20 del 22 maggio ero già al Tar, gli uffici aprono alle 08,30. Mi dicono di salire sopra che fra qualche ora ci sarebbe stata l'udienza. Porto l'atto ricusatorio al quarto piano e mi dicono che l'udienza sarebbe iniziata alle ore 11,30 e mi fanno notare che ho dimenticato ad informare l'avvocatura di stato e di aver notificato all'indirizzo sbagliato della sottocommissione elettorale di Corleone. Avevo capito che già avevano trovato il cavillo per fotterci, ne io e ne il mio segretario nazionale siamo avvocati, ci siamo basati alle disposizioni presenti nei loro siti. Inoltre avevo notificato allo stesso indirizzo del segretario della sottocommissione da dove era partito l'atto ricusatorio.

Torno alle 11,30 al Tar e vedo arrivare il presidente della sottocommissione, penso per essere qui ha ricevuto la pec, ma da lì a poco si sarebbe consumata l'ennesima meschina opera teatrale.

Ci fanno attendere l'arrivo del giudice, che con calma arriva alle ore 13,20. Per l'occasione avevo indossato la maglietta con scritto "meglio un giorno da Borsellino, che cento anni da Ciancimino", pensavo che fosse azzeccata visto che era la giornata precedente all'anniversario della morte del giudice Falcone. Ma il giudice del Tar leggendo la scritta, fece una faccia disgustata. Alle 13,35 ci invitano ad entrare in aula e l'assistente del giudice mi fa notare che la maglietta è di cattivo gusto e mi invita per la prossima volta ad indossare la camicia e la cravatta.

L'udienza è durata circa 10 minuti, hanno chiamato a parlare il presidente della sottocommissione che ha subito esclamato che lui non era a conoscenza dell'udienza. Fortunatamente anche in quella data avevo dormito poche ore e non ero lucidissimo, perché non sono molto tollerante alle prese per il culo. In pratica questo viscido servo del sistema, asseriva che non era a conoscenza del mio ricorso al Tar, che culo questo individuo aveva deciso di venirsi a fare una passeggiata a Palermo e di arrivare puntuale alle 11,30 al Tar, giusto perché è un nuovo punto di incontro dei forestieri e con se ha deciso di portare una carpetta, con all'interno la stampa di ogni singola pagina del nostro sito internet escluso le sentenze... Quando poco prima quando eravamo nella sala di attesa, mi aveva confessato che già sapeva che l'udienza sarebbe stata alle 11,30  e pensava di rientrare per l'ora di pranzo a Corleone...

Ma l'inganno più grosso deve arrivare, perché chiede al giudice di respingere il ricorso a priori perché non ho assegnato gli assessori. Asserendo di avermi inviato l'atto ricusatorio per decorrenza delle 48 ore, atto mai arrivato. Quindi a Corleone mi dice che è inutile depositare la nomina degli assessori, finché non risolvo il problema del simbolo e davanti al Tar chiede che il ricorso venga dichiarato irricevibile perché comunque la lista verrà ricusata per non aver assegnato gli assessori.

A dirla tutta io avevo pensato ad una simile bassezza, ma quel sabato, fra matrimonio, lavoro e poche ore di sonno non ci ho pensato e pertanto la domenica decisi di inviare una pec, dove nominavo i due assessori in attesa che il Tar si esprimesse.

Il giudice mi interpella ed io ribadisco di non aver ricevuto il secondo atto ricusatorio per decorrenza delle 48 ore, lo informo di aver inviato una pec la domenica dove nomino gli assessori in attesa del giudizio del Tar ed infine lo informo che gli indirizzi Pec li ho reperiti dal loro sito. Comunque al di là dell'atto ricusatorio lo invito ad esprimersi sulla validità del simbolo per le prossime elezioni.

Il presidente della sottocommissione, ribadisce che ai fini della lista non è necessario e l'udienza si è conclusa. In serata sarebbe arrivata a tramite Pec la senteza, ma già mi era stato preannunciato che sarebbe stata respinta.
Per pararsi il culo nel pomeriggio mi inviò il secondo atto ricusatorio per decorrenza delle 48 ore, questo a dimostrazione che l'atto non era mai partito dal loro comune.

Per l'ennesima volta una sottocommissione elettorale di un paesino ed un tribunale amministrativo si sono sostituiti al tribunale penale, vietandoci il nostro sacro santo diritto a candidarci con il nostro simbolo. A chi ancora pensa che la repubblica delle banane in cui viviamo sia una repubblica democratica, questo è l'ennesimo esempio che la libertà è quella che ognuno riserva per se e nega agli altri, dimostrando che la mafia dei palazzi è più marcia della mafia delinquenziale che attanaglia le nostre città. Se l'Italia non cambia nulla è colpa di questi individui che soffocano ogni nostro diritto e ci lasciano in uno stato marcio ed agonizzante.

Prima di andarmene una promessa al presidente della sottocommissione elettorale di Corleone ce l'ho fatta... Ci vediamo il prossimo anno, nel frattempo cercheremo di intraprendere azioni legali per chiudere una volta per tutte questa pagina vergognosa della nostra Italietta.

Camerateschi Saluti

Francesco Capizzi
Coordinatore per la regione Sicilia Movimento Fascismo e Libertà - Partito Socialista Nazionale